LE DOMANDE AL MEDICO
(progetto di Gina Cammarata)
Domande da fare al professionista nel campo della salute per verificare se ciò che ci viene detto è vero, o meno, per avere risposte chiare in riferimento a quanto ci viene detto sul nostro stato di salute, e di benessere, e a ciò che ci viene proposto come soluzione.
In un momento storico pieno di informazioni alla portata di tutti, non è semplice distinguere cosa è vero, almeno nel nostro caso, e cosa non lo è, e soprattutto, non è sempre chiaro su cosa si basano le affermazioni, a volte anche abbastanza terrorizzanti, che ci vengono fatte:
“Lei ha un cancro”
“Lei non può mangiare questo”
“Se non fa questo il suo problema può solo peggiorare” etc, etc, etc,
Sono solo alcune delle affermazioni che ognuno di noi in un momento particolare della sua vita può sentirsi dire, e le prendiamo per vere? Siamo sicuri? Siamo sicuri che non ci sia nessun problema!?
Siamo sicuri che una qualche domanda non possa infine aiutarci!?
Siamo sicuri che sia tutto ok? Che non vale la pena farsi qualche domanda – approfondire un pò? Eppure possono cambiare inesorabilmente il corso della nostra vita, portandoci anche alla morte.
Se siamo qui una ragione ci sarà, e potremo scoprirla stasera! Dice qualcuno! … la verità è che ce l’hanno raccontata su tutto! E per esser certi di come stanno le cose, dobbiamo inesorabilmente approfondire! Un po’! O non arriveremo mai fino in fondo! Alle cose!
Sulla base di alcune conoscenze la percezione ha delle regole ben precise, e queste regole fanno leva sul nostro corpo e indirizzano i nostri comportamenti, facendo avverare alcune cose invece che altre. Non è uno scherzo, funzioniamo proprio così: che qualcosa stia succedendo realmente o che ce lo stiamo solo immaginando come reale per il nostro corpo non fa differenza. Ad es. se abbiamo un cagnolino che sta male, a poco serve chiamare aiuto di qua e di là! la cosa più importante è che noi crediamo che il cagnolino possa farcela, ok?
– altro esempio: se mia madre mi dice che non ce la farò! E io ci credo! Come pensate che possa evolvere la mia vicenda?!
– da secoli, le pratiche vudù hanno grande successo, e, come dice il prof. Benedetti , è sufficiente puntare un oggetto contro qualcuno, per ucciderlo : solo se quello ci crede ovviamente!
E siamo così sicuri che se ce lo dice qualcuno col camice bianco non succede la stessa cosa? Io credo proprio di sì. Non è possibile (consapevolmente) fare esperimenti di questo tipo, ma le dinamiche percettive restano uguali.
A me sembra ovvio: che differenza c’è per il nostro sistema percettivo se il nostro “condannante” ha in mano una bambolina o solo un camice bianco? Nessuna! L’importante è che ci hai creduto!
La percezione crea fisiologia, sempre: sono gli scienziati a dircelo, a parte che è verificabile da ognuno di noi.
Le molecole che ci inducono a provare quello che proviamo sono le stesse che regolano le funzioni e le parti strutturali del nostro organismo. Lo sappiamo da più di vent’anni. L’espressione genetica è regolata da segnali che arrivano dall’ambiente esterno, lo sappiamo da più di 17 anni, tra gli altri, lo dice chiaramente il dott. B. Lipton.
Ciò che crediamo reale diventa reale!
– tutte le ricerche cliniche lo dimostrano : le persone che assumono un placebo mostrano miglioramenti in linea con ciò che viene detto loro , e mostrano gli effetti collaterali, in linea con ciò che viene detto loro, lo sappiamo da almeno 50 anni.
“Anche qui c’è il caso eclatante di quel ragazzo che assumendo un’intera confezione di antidepressivi per suicidarsi arriva in ospedale quasi in fin di vita, con la pressione “sotto le scarpe”, e i medici gli danno il supporto clinico di cui ha bisogno e indagano sul farmaco in prova che sta assumendo il ragazzo. Dal numero delle boccette risulta essere una confezione di placebo; lo comunicano al ragazzo che appena saputa la cosa si riprende immediatamente!”
– Dalle evidenze scientifiche sappiamo che quando viene somministrato un placebo nel corso dell’esperimento il cervello della persona produce molecole diverse a seconda dei casi, responsabili della diminuzione dei sintomi in corso, e viceversa avviene negli
esperimenti sui nocebo.
Avete idea di che cosa significa questo? Può essere utile fare qualche domanda
quando quello che ci viene detto ci preoccupa un po’?
… Vediamo alcuni esempi sul comportamento:
presero un gruppo di bambini (circa 650) e comunicarono, all’inizio dell’anno, ai nuovi insegnanti,
che avrebbero prima dell’anno scolastico sottoposto i bambini ad un test di intelligenza! Quindi comunicarono agli insegnanti, indipendentemente dal test, ovviamente, scegliendo a caso, (in modo del tutto arbitrario, con un sorteggio) un 20% di nomi, di studenti che avrebbero avuto ottimi esiti al test e che quindi si sperava o presupponeva che fossero fra i più dotati, o intelligenti, della classe.
Ebbene, le maestre (o gli insegnanti) ci credettero!) E proprio questo fu il risultato: finale! Dopo un intero anno scolastico! le maestre (o gli insegnanti, non ricordo) riferirono che proprio quel 20% comunicato dagli sperimentatori, ebbe ottimi voti! E si distinse per eccellenza, e anche ottimi comportamenti: …pensa un po’! Che culo! Direbbe qualcuno! E invece No! È la realtà: la Realtà inventata come direbbe P. Watzlavick: l’autore del libro dal quale ho tratto l’esempio dell’esperimento citato! Ok? Ci siamo capiti? Mi fermo qui! Perché senò sarebbe troppo!
Ma vi invito ad approfondire l’argomento! E ad andare oltre! E a seguire se volete il Mio Corso Sulle Domande! Grazie a tutti e a presto!